Da cosa dipende il successo di un percorso psicologico?

La terapia psicologica è efficace, le ricerche lo dimostrano. Le persone che si rivolgono ad uno psicologo risolvono i propri disagi dell’80% in più rispetto a chi non lo fa.

Ma qual è il segreto? La bravura del professionista, le tecniche utilizzate, o c’è anche dell’altro?

Ci sono un mix di fattori che sottostanno al miglioramento di cui si giova da un percorso psicologico. Andiamo ad analizzare quali.

Le aspettative del cliente e “l’effetto placebo”

Questo fattore pesa sull’andamento del percorso terapeutico per il 15%.

Se la persona crede che effettivamente trarrà giovamento rivolgendosi ad uno psicologo, è più probabile che questo accada (ricordi la profezia che si autoavvera?)

Una ricerca svolta nel 1993 ha mostrato che i clienti indirizzati ad un trattamento placebo (cioè un trattamento privo di tecniche e fini terapeutici) avevano un miglioramento del 66% superiore rispetto a chi non usufruiva di alcun trattamento!

Chi invece riceveva una terapia otteneva risultati migliori del 79% rispetto a chi non usufruiva del percorso.

Le tecniche utilizzate

Le tecniche utilizzate dallo psicologo hanno lo stesso peso delle aspettative del cliente: il 15%.

La ricerca psicologica è da sempre in fermento per trovare quale tecnica funzioni meglio con un determinato problema, per proclamare la superiorità di un modello psicologico rispetto agli altri.

I fatti per il momento dimostrano che non vi siano differenze di efficacia tra un modello di terapia e l’altro: tutti producono effetti positivi.

Effetti che, come vediamo, incidono meno di 1/5 nel successo di un percorso psicologico.
Che altro c’è? Da cosa altro dipende il successo di un percorso psicologico?

La relazione tra terapeuta e cliente

E’ fondamentale.
I fattori che riguardano il rapporto tra lo psicologo e la persona che segue incidono per circa il 30% sul successo di una terapia.

Quali sono questi fattori: empatia, calore, ascolto attento, genuinità e coerenza. Tutti questi fattori contribuiscono a costruire la famigerata alleanza terapeutica.
Già nei primi minuti di un incontro lo psicologo deve essere in grado di ascoltare in maniera attenta e curiosa la persona che gli si affida.

Sentirsi ascoltato, compreso e non giudicato porterà la persona ad allearsi col professionista per lavorare insieme in direzione del proprio benessere.

Questi tre fattori – effetto placebo, tecniche terapeutiche e relazione – coprono il 60% del successo di un percorso psicologico. Manca ancora una grande fetta. Cos’altro ci può essere?

Le variabili del cliente e gli eventi extraterapeutici

Ben il 40% del successo di un percorso di terapia psicologica è dovuto alle variabili soggettive della persona e a ciò che accade al di fuori dello studio dello psicologo.

Queste variabili comprendono: motivazione, capacità relazionali, forza psicologica e capacità di identificare un problema specifico.

L’evidenza del peso degli effetti personali in un percorso terapeutico la si può trovare anche nella remissione spontanea del problema: pensa a tutti i vari problemi, disagi che hai potuto vivere nella tua vita. In percentuale, quanti ne hai risolti da solo/a? Per quanti, invece, hai deciso di rivolgerti ad un professionista?

Questo è un dato che tengo sempre a mente quando le persone si rivolgono a me: lavoro con l’idea che l’ora che una persona passa nel mio studio serva al fine di costruire qualcosa che sia utile nella miriade di ore che non passeranno con me. Questo non solo inciderà sul successo del percorso, ma anche sul mantenimento dei risultati.

Infatti, le persone che ottengono migliori esiti e che ne mantengono i benefici sono coloro che sentono che il successo sia dipeso primariamente dai loro sforzi!

Cosa ne pensi? Erano queste le percentuali che ti aspettavi?

Fonti:
T. P. Asay, M.J. Lambert (1999), The Empirical Case for the Common Factors in Therapy: Quantitative Findings