“Non un incontro più del necessario”

(Steve de Shazer)

Ho iniziato a lavorare subito dopo la laurea triennale, come barista (anzi, come titolare di un bar!) e poi come cameriera. Nel frattempo ho studiato per gli esami della magistrale, mi sono laureata, ho fatto il tirocinio post lauream e poi l’esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di psicologa.

Da quel momento: il vuoto davanti a me!

Dopo 25 anni in cui ho sempre saputo cosa sarebbe venuto dopo, per la prima volta il dopo avrei dovuto modellarlo con le mie mani. Inutile dire che mi sono trovata spaesata.

Ho quindi deciso di rivolgermi ad uno psicologo.

Non era la prima volta, ma è stata quella che mi ha fatto capire che tipo di professionista voglio essere per te.

Quel percorso mi è stato molto utile per capire chi NON volevo essere e come NON volevo lavorare.

Davanti a me ho trovato un professionista – sicuramente ultra preparato – che però, secondo il mio punto di vista, non mi stava aiutando! Le sedute erano soliloqui che mi provocavano una grande ansia perché senza alcuna guida facevo difficoltà a capire di cosa parlare; venivo interrotta giusto un paio di volte per delle domande che trovavo poco inerenti rispetto alla problematica che volevo affrontare in quel momento.

Dopo circa due mesi ho preso il coraggio a due mani e mi sono confrontata con lui: “Senta, io sono una persona che non parla di sé molto facilmente, sono venuta per un problema preciso e definito e non mi sento né messa a mio agio, né con qualche strumento in più. Siccome venire qui mi costa tempo e denaro, preferirei interrompere il nostro rapporto”.

La sua risposta? “Tu hai paura di fallire. Se chiudiamo il nostro percorso possiamo viverlo come il tuo primo fallimento, proprio nell’ambito della tua professione

E così, secondo la persona a cui mi ero affidata, il mio problema non era stato risolto solo e unicamente per colpa mia.

Fortunatamente non ci ho creduto. Ho deciso di credere in me stessa e continuare a formarmi per offrire proprio quello che la me di qualche tempo prima cercava: un aiuto in tempi brevi, un aiuto concreto, che sappia trovare le risorse delle persone che mi si affidano, che sappia fornire degli strumenti efficaci.

Proprio per questo mi sono avvicinata al mondo delle terapie brevi: per poter aiutare le persone ad affrontare e superare i problemi già dopo il primo colloquio; perché sono fermamente convinta che ogni persona, affrontando quotidianamente la vita, metta in campo delle risorse; i problemi nascono perché non si stanno investendo le proprie risorse nella maniera corretta.

Memore della mia stessa esperienza, affronto i colloqui con grande apertura e schiettezza, lavorando alla ricerca di punti di forza ed episodi di successo, aspirando ad obiettivi raggiungibili, con la totale fiducia nelle persone che si rivolgono a me.

La mia mission è che tu faccia a meno di me il prima possibile.

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